martedì 14 maggio 2019

L'entusiasmo e la bravura



Sabato scorso, undici maggio, sono andato a vedere "La locandiera", il capolavoro di Carlo Goldoni presso il Piccolo Teatro Comico di Torino.
Conosco alcuni degli attori (due di loro hanno recitato nel mio dramma "La valigia") e quindi sapevo già che avrei assistito ad un'interpretazione di alto livello. Aspettativa pienamente ripagata da uno spettacolo bello, pieno di ritmo, intenso e recitato non solo con bravura ma soprattutto con entusiasmo.

Tutto il cast ha fatto un ottimo lavoro, pieno e coinvolgente ma sono rimasto incantato da due prestazioni intense e convincenti: Patrizia Battaglia (la locandiera) e Mauro Stante (il marchese di Forlimpopoli).
Patrizia la conosco da più di un anno per essere stata l'insuperabile protagonista del quarto atto del mio primo dramma, Mauro Stante invece era la prima volta che lo vedevo sul palcoscenico ma ne conoscevo già la fama.

La loro interpretazione è stata a dir poco travolgente: non solo sono due bravissimi e consumati attori, ma amano il loro mestiere, lo fanno con entusiasmo.
L'entusiasmo ecco.
L'entusiasmo è dare tutto di sé, metterci l'anima in quello che si fa, dare spazio a una incontenibile voglia di fare, di essere, di esserci e coinvolgere. E loro hanno coinvolto, hanno trascinato gli spettatori nella vicenda, hanno infuso e trasmesso emozioni, hanno condotto il pubblico in quella locanda e lo hanno reso partecipe degli eventi. Eravamo tutti nella Firenze del settecento e sembrava che Goldoni fosse con noi.

Sono stati bravi, anzi bravissimi.
La bravura non è solo abilità ("non bisogna essere bravi altrimenti si diventa abili" diceva Jep Gambardella ne "La grande bellezza") ma anche sapiente uso dell'esperienza, capacità di dosare competenza e talento con sicurezza e facilità di esecuzione. Tanto Patrizia Battaglia che Mauro Stante hanno saputo sfuggire al "mestiere", quella ripetitività tipica dell'abilità che rischia di sterilizzare una buona esecuzione. Hanno saputo affascinare e comunicare, emozionare e coinvolgere.

Ecco dunque la lezione che ho imparato: non basta essere bravi, per recitare bene bisogna anche essere entusiasti poiché dall'unione di queste doti si offre un grandissimo valore aggiunto, quello per cui lo spettatore esce arricchito dal teatro, con dentro qualcosa di molto più grande del prezzo del biglietto.