Una delle differenze fra cinema e teatro, per un attore, sta nel fatto che sul palcoscenico si entra in scena secondo uno schema temporale definito che segue la trama della narrazione, nel cinema le riprese in un set non tengono conto del tempo, per cui se in un bar, per esempio, si devono girare delle riprese, esse per ottimizzare i costi riguarderanno diversi momenti dello schema temporale della trama, per cui ci si può trovare a recitare scene dell'inizio della storia e pochi minuti dopo del finale. Poi ci sono riprese di esterni che il regista fa eseguire in cui l'attore deve solo camminare o fare un'azione passiva di cui non sempre ha chiaro lo scopo ma è tutto nella testa del regista, riprese che magari non saranno mai montate.
L'unica volta che ho recitato in un cortometraggio per un corso di produzione video che avevo frequentato nel 2012, trovai estremamente spersonalizzante l'esperienza cinematografica. Al contrario seguire lo schema temporale della trama di uno spettacolo teatrale mi permette più facilmente di entrare, e rimanere, nel personaggio.
Quello che segue è il cortometraggio che producemmo con i miei compagni di corso sotto la direzione di Rodolfo Colombara.