L’11 gennaio 2014 morì Arnoldo Foà.
Uno dei più grandi attori di tutti i tempi, la sua inconfondibile voce e il suo ammirevole garbo sono i tratti distintivi che più lo hanno reso indelebile nella memoria di generazioni di italiani e non solo.
Dalla sua “Autobiografia di un artista burbero” edita da Sellerio, fra le tante cose interessanti, ne ho colta una inquietante: Arnoldo Foà soffriva di emicrania anche fino a tre volte alla settimana.
Conosco quel dolore che per anni ha irritato e accompagnato anche me, e non oso immaginare cosa potesse significare stare in scena con quel tormento e dare lo stesso il meglio di sé esprimendo sempre talento e bravura.
La lezione che colgo da questo fatto è che quando si dice “the show must go on” si sta facendo un grande gesto d’amore verso il palcoscenico, verso lo spettatore, verso le proprie emozioni, verso sé stessi.
Per questo il teatro è educativo, formativo e responsabilizzante, in questi giorni in cui si aprono le porte di tanti corsi di teatro andiamoci, frequentiamone uno, impariamo a conoscere le emozioni, il dolore, i sentimenti poiché recitare significa vivere le emozioni del personaggio e condividerle col pubblico. Non importa se non saliremo mai su un palco, quello che conta è vivere l’esperienza per arrivarci.